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ANALISI DI DETTAGLIO DELLE RISERVE IDRICHE IN AMBITO AGRICOLO, SITUAZIONE AL 26 GENNAIO 2023

Scritto da

Ing. Lasagna Alberto

Pubblicato il

26/01/2024

Due settimane fa la situazione complessiva degli accumuli era in miglioramento e si poteva essere un poco ottimisti. L’assenza di precipitazioni degli ultimi 14 giorni e soprattutto le previsioni di imponente innalzamento termico per la prossima settimana riportano ad uno scenario complesso dove si ripresentano le criticità tipiche degli ultimi 3 inverni. L’accumulo nevoso, soprattutto nella porzione Valsesiana e del bacino del Lago Maggiore, non presenta altezze rassicuranti. Lo scenario, ad oggi, è migliore nella porzione valdostana e torinese. Purtroppo per le prossime giornate è previsto un potente aumento delle temperature con uno zero termico che potrebbe arrivare a lambire i 4000 metri, un evento mai accaduto nel mese di gennaio. Questo comporterà la compromissione del manto nevoso e un possibile significativo aumento delle portate fluviali che, stante l’assenza diffusa di sommersione invernale finalizzata alla ricarica della falda, finiranno in Adriatico nell’arco di pochi giorni. Si confida, con qualche certezza, che almeno il livello del lago Maggiore, che è quasi sotto la soglia di 1 metro, possa vedere l’incremento del volume invasato così da avvicinarsi al mai mantenuto metro e cinquanta di invaso.

Se nelle prossime due settimane la situazione degli accumuli non dovesse migliorare, ci si avvicinerebbe in modo preoccupante al punto di non ritorno, soprattutto per l’areale del Sesia e del Lago Maggiore.

Da questa analisi delle riserve le informazioni riportate aumentano in quanto si fornirà una prima stima del volume presente nella falda freatica, abbinando al dato altimetrico anche un dato di accumulo stimato.

Si tratta di una prima analisi sperimentale costruita sulla base di un modello di valutazione costruito sia sulla base di dati misurati direttamente da Confagricoltura Pavia che di correlazioni con altri piezometri, relazioni ad oggi realizzate in base a misure storiche.

Il modello potrà essere costantemente integrato ed implementato con informazioni territoriali. Ad esempio Est Sesia ad oggi è l’unico soggetto che ha predisposto uno strato informativo sull’andamento di falda: purtroppo i 4 piezometri riportati sul sito non forniscono dati aggiornati o utilizzabili. Si auspica che quanto prima vengano aggiornati in modo tempestivo e costante così da fornire un ulteriore strato informativo e che questo funga da modello anche per altri soggetti pubblici o consortili in possesso di queste informazioni fondamentali per il mondo agricolo. La falda freatica è, nei fatti, la principale, e forse unica, possibilità di stoccaggio di risorsa nella piena disponibilità del comparto agricolo.

Non appena questi dati relativi alla falda freatica saranno forniti, con la utile cadenza e in quota assoluta, potranno entrare nel modello, migliorandone la qualità dei dati finali.

Il sistema di calcolo nasce con modalità open source e, nella sua semplicità, non ha la presunzione di assolutezza quanto invece la speranza di aprire un utile confronto sulla corretta stima dei volumi accumulabili nella falda freatica avviando così un ampio e condiviso confronto territoriale e istituzionale.

Nelle prossime settimane verrà redatto un documento informativo di dettaglio sul modello, oggi codificato come BCD04 – 01, avanzando anche le prime ipotesi sull’influenza indotta dalle attuali pratiche agronomiche alla percolazione in falda e sulle portate restituite ai sistemi fluviali al piede del terrazzo risicolo.

A partire da questa analisi si inseriranno nella sezione falda le prime indicative stime del volume accumulato, il valore percentuale rispetto al minimo volume stimato dal 2021 ad oggi, la variazione rispetto alle ultime 2 settimane e all’ultimo mese e il confronto tra i dati 2022, 2023 e 2024.

Lo zero di riferimento del serbatoio di falda è costituito dal minimo riscontrato tra il 2021 e il 2024, si tratta di un dato mobile che verrà osservato in modalità continua.

Il modello, già in parte sviluppato nel testo “La cura della Falda” edito da Astrolabio Vigevano, è stato ampliato con ulteriori analisi quale ad esempio la messa a confronto tra falda e precipitazioni piovose.

Il grafico sotto riportato evidenzia come la correlazione tra l’incremento della falda e le precipitazioni sia in realtà poco presente. Da una analisi di dettaglio dei dati misurati a Sartirana Lomellina emerge come solo precipitazioni sopra i 35/40 mm al giorno siano in grado di influenzare la falda con un tempo di risposta della falda freatica stessa che varia dai 5 giorni successivi alla precipitazione quando è maggiormente depressa, fino ai 2 giorni nei mesi tardo estivi.

La lettura di questo grafico evidenzia, una volta ancora, come la ricarica della falda avvenga in modo prevalente grazie all’attività agricola con una influenza delle piogge, almeno nell’ultimo triennio, del tutto marginale.

Nel dettaglio.

Riserve Nevose:

L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche conferma, soprattutto sul Monte Rosa, una situazione da attenzionare.

L’accumulo nevoso rischia di essere ulteriormente compromesso dalle alte temperature previste in quota in questi giorni e questo può determinare l’allargamento della criticità anche ai settori più occidentali dove gli accumuli sono leggermente superiori alla media dell’ultimo triennio.

Lago Maggiore:

Il Lago nelle ultime settimane ha proseguito nella fase di calo ed attualmente è nell’intorno dei 100 cm.

Il possibile incremento di portata dato dallo scioglimento della neve previsto nelle prossime giornate potrebbe incrementare il volume. Diventa fondamentale preservare questo surplus per le fondamentali necessità agricole. L’attuale altezza è la più alta dell’ultimo triennio.

Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net. 

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 25 gennaio.

Andamento Falda:

La falda freatica, nella stazione di misura considerata, prosegue nella sua fase di discesa in linea con gli anni precedenti.

Da questa analisi si allega anche la stima del volume sia con grafico pluriennale che con informazioni tabellari.

Nota sull’uso delle informazioni:

Si tratta di un modello sperimentale realizzato per affinare la conoscenza del comportamento della falda.

I dati contenuti sono ottenuti per stima e sono oggetto di costante approfondimento.

Le informazioni in questa fase servono per definire un andamento e l’uso consente di individuare una traiettoria che agisca da dato indicativo. L’avvio della fase di test costituisce un servizio finalizzato alla conoscenza diffusa della potenzialità della falda, delle modalità di gestione e delle potenziali criticità connesse ad una errata interpretazione dei dati o una errata gestione delle modalità di ricarica.

Portata media restituita al sistema fluviale ai piedi del terrazzo risicolo nel periodo 11 - 25 gennaio 2024:

15 m3/s, valore ottenuto dalla riduzione del volume invasato al netto della percolazione nelle falde confinate rapportandolo al periodo considerato.

Il dato della portata restituita al sistema fluviale aumenta anche di 15 volte nella stagione estiva e inizio autunnale.

I dati elaborati vanno letti come linea di tendenza, il dato 2024 è in media con gli ultimi due anni.

Con riferimento poi alla stazione di misura di Sartirana Lomellina si riporta anche l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi dell’ultimo triennio che evidenzia piovosità semestrali in linea nel triennio. 

Scala di allarme riserva irrigua comparto risicolo e possibili interventi emergenziali:

La definizione della scala di allarme tiene conto della situazione complessiva come già analizzata in dettaglio. Allo stato si ha un accumulo nevoso non particolarmente strutturato e inferiore alla media degli ultimi 17 anni e questo mantiene un livello 3 su 5 della scala di allarme. Il Lago Maggiore ha un discreto accumulo pur se inferiore ai massimi invasabili: l’indicatore, anche in considerazione dell’accumulo nevoso è a 3 su 5. Con riferimento alla falda e al fatto che la sommersione invernale è, purtroppo, in linea con gli scorsi anni, l’indicatore che si ritiene più plausibile, è 4 su 5.

Questo porta ad un indicatore complessivo della scala di allarme irrigua pari a 10 su un massimo di 15. Tale indicazione segnala la necessità di monitorare con attenzione l’evolvere della situazione soprattutto in considerazione dell’innalzamento termico previsto in questi giorni.

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